giovedì 19 aprile 2007


Non aspettarmi invano

La mia solitudine non aveva tempo per me
obliterata dalla fantasia
claudicante sano realismo

tentai invano di districarne i suoi passi
e di fingere di non sentire il tichettio
delle dissolvenze brusche di rapidi cambi di scena

di un tempo lacrimato foglia
dell'insetto prigioniero della gocciaimmagine


di un silenzio/assenzio
rincorrevo irrequieti pensieri


immagine
c
ome un filo di vomito soffocante



Ehy, quieta tempesta
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Verrò a coglierti
saliente rugiada
irrompere nel tuo fare fitto
spesso come tela di ragno
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Avrò anche pochi pensieri
ma fissi
e piuttosto attoniti
di te, di me,
E de sta realtà
per quanto interna
estranea
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2 commenti:

Pippi ha detto...

Premetto che provo sempre un po' di disagio a commentare i versi, sarà che della poesia preferisco tenere l'ambiguità di senso che le é propria. Ho gradito questa lettura e altro non dico per i suddetti motivi. Ho da chiederti tuttavia qualcosa e spero che tu non trovi importune le mie domande.
Domanda 1: perché "tichettìo". E' un arcaismo per "ticchettìo"? E' una licenza poetica legata alla musica dei versi?
Domanda 2: perché questa esclamazione "Ehy"? Io qui opterei decisamente per un più classico "Eh" o "Ah".
Domanda 3: "sta" devi toglierlo. Troppo da Trilussa. Stride violentemente con i tuoi versi. Meglio decisamente "della" o in alternativa "de la". A presto.
Giulia
P.S. Scusami tanto. Bellissime le foto per quanto un po' inquietanti specie la prima.

LadySinemoi ha detto...

Grazie Giulia, ci penserò
ticchettìo credo solo un errore di battitura, per il resto, devo rivedere, questo blog è molto trascurato, si :)